Letto in osso

Letto in osso

Tomba 14

Il letto in osso della Tomba 14

Tra gli oggetti recuperati nella Tomba 14, la più ricca della necropoli del Cantone, spicca il rivestimento in osso di un letto funerario, costituito da oltre 700 elementi, lavorati al tornio o scolpiti. Le dimensioni della banchinda di fondo della tomba permettono di ricostruire le misure del letto, su cui doveva essere adagiato il capofamiglia: circ cm 178 x 50 cm; una larghezza così ridotta indica che non si trattava di un mobile usato anche nella vita di ogni giorno, ma di un catafalco appositamente realizzato per la sepoltura.

I LETTI ANTICHI- il letto di amplero si inserisce in una produzione artigianale tipica dell’Italia centrale ( Soprattutto Marche,Umbria e Abruzzo), documentata nel II sec.a.C. fino ai primi decenni del I sec.d.C., come imitazione dei letti di lusso ellenistici di materiali più pregiati: in avorio, come gli esemplari di Aielli ora al Museo Nazionale Romano di Roma, ovvero in bronzo, come il celebre letto di Amiternum ( S.Vittorino, presso L’Aquila). I letti ellenistici sono caratterizzati essenzialmente dalle gambe tornite e dalla decorazione laterale dei fulcra (poggiatesta e poggiapiedi); ciascun fulcrum ha un profilo a S, che ricorda quello delle sponde dei moderni sofà e comprende tre elementi: in basso, un medaglione con una testa o un busto; al centro, un campo liscio con cornice sagomata,; in alto, una testa di animale: mulo o cavallo, anatra, cigno o altro uccello acquatico, pantera, leone o lince.

È possibile riconoscere nei letti in osso due serie nettamente distinte: quella che imita modelli in avoriorealizza le figure dei fulcra su semplici lastrine a basso rilievo, evitando la resa di scorcio; quella che imita modelli in bronzo ricorre a lamelle ad anche ad ossi tubolari, con montaggi più elaborati, per ottenere una resa ad  alto rilievi e qindi visione di scorcio. Anche per i cilindri figurativi inseriti tra le torniture delle gambe le due serie sono diverse: nei letti da modelli in avorio compaiono cilindri più alti e slanciati, il cui nucleo fondamentale è costituito da un unico osso tubolare; in quelli da modelli bronzei ricorrono cilindri più larghi e massicci, costruiti con una serie di lastrine spesse accostate come le doghe di una botte.

L’esemplare di Amplero appartiene alla serie che imita i modelli in bronzo, e presenta quindi cilindri figurati di questo tipo e fulcra ad alto rilievo come il bellissimo letto esposto al Metropolitan Museum di New York, proveniente forse da Roma., proveniente forse da Roma.

LA RICOSTRUZIONE DEL LETTO DI AMPLERO- La ricostruzione del letto di Amplero è in parte congetturale. Per le gambe, ci si è potuti basare esclusivamente sui diametri dei vari anelli o tronchi di cono ottenuti riunendo le lamelle dello stesso tipo: l’unica successione che consenta di accostare l’uno all’altro i vari anelli facendo in modo che combacino esattamente è quella proposta. La sola eccezione è costituita dall’elemento a campana che resta a perto al di sopra del puntale inferiore, ma si tratta di un elemento attestato con sicurezza, in questa posizione, nelle gambe dei letti di bronzo.

Per i fulcra, purtroppo molto lacunosi, è stato decisivo il confronto con altri esemplari meglio conservati. In particolare la testa di lince ritorna identica in un letto da Penne al Museo di Chieti(2), e soprattutto in un letto di Ancona, in cui è integro il particolare determinante delle lunghissime orecchie. La figura femminile alata con corona di fiori sul petto che occupava i medaglioni trova confronti ad Ancona, Penne, Norcia(1) e in molti altri esemplari.

Il telaio era decorato sui lati lunghi da una fascia liscia leggermente bombata costiuita da ossi tubolari e terminanti alle due estremità in due teste di grifo col becco semiaperto.

SIMBOLOGIA FUNERARIA- Ma l’elemento più caratteristico del letto di Amplero è il cilindro figurato ripetuto quattro volte nelle gambe: esso non trova finora confronti entro la serie dei letti né altrove(1-2). Rappresenta una sola testa barbata, con capelli fluenti sul retro, una benda e una corona di capsule di papavero sulla fronte (6-8). Su ciascun lato del viso. In corrispondenza dell’orecchio è un piccolo amorino alato, nudo, in atto di stringere il collo di un uccello, probabilmente un’oca.  Al di sopra degli Amorini, e a contatto, su entrambi i lati, con la corona, sono le teste due serpenti che si drizzano simmetricamente dal retro del cilindro. Questa eccezionale concentrazione di simboli rinvia decisamente alla sfera funeraria. La figura barbata è probabilmente una divinità dell’oltretomba, forse Hades o Dionysos-Hades. Certamente alla morte alludono la corona di capsule di papavero (simbolo del sonno eterno) e i serpenti, considerati abitatori delle tombe e incarnazioni del genio degli antenati, Perfino l’amorino che strozza l’oca sembra un motivo riutilizzato in ambito funerario.

A questi simboli si collegavano anche i grifi del telaio e le rappresentazioni dei fulcra, che in quasi tutti i letti sono connessi col mondo dionisiaco, cioè il culto di Dyonisos Bacco. Tipicamente bacchici sono il mulo, la pantera e la lince, che infatti appaiono spessi coronati di edera o pampini, sacri a Bacco.

Per i fulcra, un esame più attento dei minuti frammenti di lamina piatta recuperati, ha consentito di ricostruire con certezza la sagoma esatta di tutti e 4 gli appoggi, la cui linea risulta quindi sensibilmente diversa da quella presentata a titolo puramente indicativo nella prima ricostruzione, per la quale erano stati utilizzati solo pochi pezzi, e per giunta pertinenti a fulcra diversi.

Per il telaio, l’individuazione delle lamelle che chiudevano le teste di grifo della parte del collo ha permesso di capire che tali teste erano rivolte verso l’interno, e non verso l’esterno come era stato proposto nella prima ricostruzione. Le lamelle che abbiamo appena ricordato formavano, sugli angoli, il raccordo colo rivestimenteo del telaio sui lati corti, costituito da un semplice lamina piatta, Questo significa che il telaio non aveva la struttura ipotizzata nella prima ricostruzione ( un rettangolo con due appendici trapezioidali in corrispondenza dei lati corti), sulla base del presunto attacco obliquo tra le teste di grifo e i rivestimenti tubolari, dei lati lunghi.

La nuova ricostruzione, infine, ha permesso di accertare che tutte le torniture recuperate sono riferibili alle gambe di uno stesso letto, e che pertanto del secondo letto originariamente collocato nella Tomba 14 restano solo un elemento a doppia foglia ricurva, pertinente a un fulcrum, a tre ali, pertinenti probabilmente a un cilindro figurato della serie dei modelli in avorio. (C.L)