La cinta fortificata

La cinta fortificata

La cinta fortificata

Il recinto fortificato si estende per 350 metri circoscrivendo in un’area di circa un ettaro. La tecnica edilizia prevede un doppio paramento in opera poligonale con riempimento interno a sacco di pietrame (Emplèkton) senza la fossa di fondazione. I blocchi sono messi in opera con una certa accuratezza, talvolta mediante il ricorso a pietre di zeppatura. L’andamento del circuito murario è di forma ovale e si adatta alla morfologia della collina. Il rilievo planimetrico ha permesso di individuare un duplice fossato esterno a cui si aggiunge, sul versante meridionale, un terzo fossato a protezione della porta di accesso. La datazione della cinta muraria come del resto quella di altri oppida della Marsica non può basarsi sulla tipologia edilizia. Lo scavo ha evidenziato tracce di distruzione, risalenti alla fine del IV-inizi del III secolo a.C., di una tettoia o di una capanna costruita a ridosso del muro di cinta nel settore settentrionale. Di conseguenza la datazione della cinta è di certo anteriore a questo avvenimento. Al rivestimento della capanna/tettoia sono riferibili grumi di intonaco d’argilla cotta con l’impronta di legni e di e canne intrecciate.  Le analisi paleobotaniche e palinologiche eseguite sui campioni di quest’argilla hanno permesso di evidenziare le specie botaniche presenti all’epoca: in particolare capino, castagno e cereali, coltivati verosimilmente sui terrazzi agricoli della Giostra. (M.P.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cinta fortificata presenta un’unica porta di accesso sul versante meridionale della collina. Essa è realizzata in opera poligonale con ingresso a corridoio interno obliquo, leggermente in salita, chiuso da un portone. Un foro squadrato, scavato nella roccia, mostra ancora la posizione dello stipite (1). In un momento successivo, non databile con certezza, l’ingresso subisce una parziale chiusura a filo del muro di cinta, riducendo notevolmente il vano della porta. Anche in questo caso è conservato il foro del cardine in una delle pietre della soglia (3).

La tipologia si richiama a precise regole della pratica difensiva e con poche varianti, è attestata per altri oppida della Marsica e anche del vicino Sannio, in cui l’esempio più insigne è la Porta Vittoria di Monte Vairano (antica Aquilonia), che è databile alla fine del IV a.C.

Le altre cinte della Marsica, che sono di maggiori dimensioni, presentano due o persino tre porte, a seconda dei percorsi di accesso, della morfologia del terreno e della loro cronologia. Va rilevato che sinora tali cinte sono state datate unicamente sulla base della tecnica di costruzione poligonale ma c’è ragione di credere che uno studio sistematico della ceramica, soprattutto quella acroma di produzione locale, possa portare a datazioni più precise e probabilmente anteriori a quelle sinora proposte. (M.P-I.V.)