Ambiente A

Ambiente A

Le pitture

Le pitture dell’ambiente A

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La stanza centrale del santuario (Ambiente A) denota la sua posizione di rilievo anche nella maggiore accuratezza della sua ornamentazione, sia del pavimento che delle pareti. Queste erano infatti dipinte con tecnica a fresco, nella maniera in uso nel corso del I secolo a.C., meglio nota a Roma e nei centri vesuviani come “secondo stile pompeiano”. La ricostruzione - seppure parziale- ottenuta con il restauro dei moltissimi frammenti recuperati sullo scavo, lascia ipotizzare uno schema lineare di tipo architettonico,realizzato in una ricca gamma di colori ( giallo, verde, viola rosso, nero, blu..) accostati con netti contrasti. Le pareti erano articolate in una serie simmetrica di pannelli rettangolari, alternativamente più larghi e più stretti, riquadrati da una cornice in colore contrastante e con specchio centrale definito da un filetto bianco o bruno, ad imitazione di lastre marmoree, alcune con screziature variegate. In qualche casi essi erano attraversati da semplici motivi figurati, quali ghirlande con elementi appesi (bande e nastri). Dadi e rettangoli di dimensioni più ridotta, di disposti in orizzontale, imitanti i blocchi della muratura, completavano la decorazione nella parte alta della parete.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il disegno era impostato sopra uno zoccolo continuo uniforme (alto cm 50 circa) – In  parte ancora visinile al momento dello scavo - costituito da bassa fascia nera (plinto) e podio di colore rosso sul quale si possono individuare alcuni motivi resi con dense pennellate di colore bianco ( probabilmente festoni o cortine drappeggiate).

L’insieme degli elementi finora osservati,sia nei temi decorativi che nei fattori tecnici di esecuzione, portano dunque a considerare le pitture murale dell’ambiente A come appartenti ad una fase iniziale del II stile, con motivi derivanti dal precedente sistema strutturale della parete (I stile). Ciò nonostante rimane comunque da precisare nel contesto di esemplari pittorici provenienti da altri centri abruzzesi, finora assai poco conosciuti, venendo ad accrescere l’interesse di questa testimonianza. (F.D.)