L'area di culto

L'area di culto

L’area di culto

Fra il 1970 ed il 1972 fu indagata un’area interna alla cinta fortificata, dove cumuli di pietre e blocchi lavorati- sia squadrati sia poligonali- mostravano sicuri indizi di strutture antiche. Lo scavo mise in luce una cisterna (1) in opera poligonale;  un vicino edificio rettangolare (2) in parte originale in parte risistemato come stazzo dai pastori; un edificio di epoca tardo repubblicana che ebbe funzione di santuario (3); un deposito votivo (4) al cui interno sono stati rinvenuti vasi di ceramica acroma, a vernice nera e di ex-voto di terracotta. La fossa votiva scavata per una modesta profondità nel banco di roccia calcarea che affiora sulla sommità della Giostra, è stato appena intaccato dagli apparati radicali della vegetazione locale e da un’ occasionale frequentazione moderna dell’area. Il deposito conteneva vasi da cucina (ollae) in ceramica non dipinta (acroma) più o meno grossolana talvolta con il loro coperchio risalenti al VI-IV secolo a.C. Insieme ad essi sono stati rinvenuti vasi a vernice nera (skyphoi, pàterae e coppe per bere) databili tra la fine del IV e il II secolo a.C. Gli ex voto rappresentano figure femminili stanti ( probabilmente offerenti) e più raramente figure maschili. Vi sono anche modelli di arti inferiori, gambe e piedi dedicati per le guarigioni a malattie. Di particolare interesse è la statua in terracotta, attualmente priva della testa, di un personaggio togato: si tratta anche in questo caso di un offerente, cioè di un fedele in atto di compiere una sua offerta alla divinità. Il carattere del culto, rivolto verosimilmente ad una divinità femminile è testimoniato dalla statuetta di una madre che allatta un poppante (Kourotróphos). All’interno del deposito era presente anche uno strato di grossi nuclei di intonaco d’argilla cotta in cui restano le impronte di legni e canne intrecciate.

 (M.P.)