Trompe-l’oeil

Trompe-l’oeil

In Italia sono stati censiti quasi trecento paesi che vantano opere d’arte e pitture murali eseguite sulle pareti esterne delle abitazioni, realizzate con differenti tecniche pittoriche e diverso tema.

Affrescati a volte per protestare, a volte per decorare, altre per raccontano una storia, spesso diventano “opere d’arte”.

Collelongo è ricco di quadri murali e in particolare di trompe-l’oeil, tutti opera del Maestro Fabio Rieti, scomparso nel 2020: li ha realizzati in più riprese, dal 1988 al 2013, trasformando il paese in un museo d’arte pittorica all’aperto.

Il trompe-l'œil (letteralmente "inganna l'occhio") è un genere pittorico che, attraverso espedienti, induce nell'osservatore l'illusione di guardare oggetti reali e tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale. Il trompe-l'œil consiste tipicamente nel dipingere un soggetto in modo sufficientemente realistico, da far sparire alla vista la parete su cui è dipinto. Ad esempio, il trompe-l'œil trova il suo campo nella rappresentazione di finestre, porte o atri, per dare l'illusione che lo spazio interno di un ambiente sia più vasto.

Nel centro abitato di Collelongo sono presenti 14 realizzazioni di Fabio Rieti. L’artista, nato nel 1927, inizia la sua carriera negli Stati Uniti ed emigra in Italia nel 1948 ma continuando a viaggiare oltre oceano per diversi anni. Nel 1956 però decise di stabilirsi a Parigi. Fabio Rieti ha esposto i suoi quadri in molte città: a New York nel 1963 e 1965, a Roma nel 1969 e a Parigi tre volte negli anni 60.

Dal 2021 è stato avviato un programma di restauro di queste opere.

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PERCORSO DESCRIZIONE DELLE OPERE

1 - BENVENUTI A COLLELONGO. Il dipinto ritrae lo stesso Fabio Rieti intento a dipingere la scritta “COLLELONGO”. Di fianco all’Artista, sua figlia con il progetto del disegno stesso. Una rappresentazione simile è stata realizzata da Rieti anche a Parigi, nel tredicesimo distretto, del titolo “Jean-Sébastien Bach”.

2 - ERBE OFFICINALI. Realizzato proprio sulla parete della Farmacia del paese, il dipinto, di Fabio Rieti, rappresenta diverse erbe officinali del posto e vaso che le contiene, San Rocco, protettore di Collelongo.

3 - DIUCCIO (1992). Il dipinto raffigura Cesidio Pisegna "Diuccio" in compagnia dei nipoti Cesidio e Francesco, tutti residenti nel medesimo edificio. Sullo sfondo è proiettata Via Ospedale con la rappresentazione di un’altra opera realizzata in contemporanea da Fabio Rieti. Dettagli dell’opera: i gatti alle finestre, il lampione e la pietra a vista dipinta.

4 - CINGHIALI. È l’ultima realizzazione di Fabio Rieti a Collelongo. È raffigurato un branco di cinghiali all’interno di un bosco durante la stagione invernale. Il cinghiale ha una presenza importante tra la fauna del territorio. Il bosco è una tipica faggeta del posto. Il dipinto riprende la montagna retrostante l’edificio dandone una rappresentazione di dettaglio.

5 - ASTORE. A decorazione della parete Fabio Rieti realizza arco, finestra e rosone. Su quest’ultimo compare un astore, Accipiter gentilis, rapace che è spesso possibile ammirare in volo in questo territorio.

6 - FONTANA. Il dipinto, di Fabio Rieti, rappresenta un fontanile ispirato a Fonte Vecchia che si trova nei pressi di Piazza San Rocco. L’acqua fuoriesce dalle quattro finestre, due reali e due dipinte, e da un mascherone che richiama quelli realizzati dallo scultore Francesco Sansone per la fontana di Fonte Vecchia. A bordo vasca due bambine, un cinghiale, un passero e un pappagallo a ristorarsi con il fresco delle acque.

7 - UCCELLI. Fabio Rieti nel realizzare questo dipinto sfrutta con maestria elementi reali quali la finestra ed il cavo e si inserisce dipingendo una nuova finestra che si apre sullo sfondo retrostante l’abitazione stesa. Sul cavo e sui vari elementi sono raffigurati una serie di uccelli.

8 - GATTI. Uno degli “inganni all’occhio” più riusciti da parte di Fabio Rieti a Collelongo. Un tetto magistralmente realizzato in prospettiva e tridimensionalità con due gatti, dalle proporzioni perfette, che vi passeggiano sopra. Questo semplice dipinto è la più chiara manifestazione dell’eccezionalità dell’artista Fabio Rieti.

9 - ORSO E LUPO. Fabio Rieti riprende una bella scalinata, coi i suoi due portoni alla sommità, presenti in una casa storica, e ricca di storia, sita in Via Ospedale. Da essi, attraverso la scalinata innevata, come a voler scendere in paese dalle montagne, un Orso Bruno Marsicano ed un Lupo Appenninico. Sul rosone un gufo che mira la piazza ed un secondo che lo raggiunge in volo.

10 - SAN ROCCO. Dipinto di Fabio Rieti dedicato al santo patrono di Collelongo: San Rocco. Il Santo è rappresentato in abiti umilissimi, propri della Sua storia e della storia contadina locale. Lo sfondo ha colori e forme della Vallelonga. Il cagnolino di San Rocco è sostituito con un cane da pastore maremmano abruzzese. Il Santo è così pienamente contestualizzato nel territorio che lo venera.

11 - PORTA DI INGRESSO. Una porta di ingresso al paese. Fabio Rieti in quest’opera regala una immagine completa del paese sintetizzando le tre piazze principali, con i loro monumenti, come se fossero tutti in uno stesso luogo. Dal campanile di Piazza della Chiesa, alla Chiesa Madonna del Rosario (Cappella Floridi) di Piazza Ara dei Santi, a Fonte Vecchia situata in Piazza San Rocco. Alla base alcune galline che, realizzate con una maestria unica, confondevano quelle reali che una volta ospitava il giardino.

12 - EMIGRANTE (1988). È il primo trompe-l’oeil che Fabio Rieti realizzò a Collelongo. L’opera richiama un fenomeno che colpiva, e colpisce ancora in parte, questo territorio: l’emigrazione. L’artista si raffigura con una valigia, intento a partire, con lo sguardo e il passo rivolto verso i cinque continenti (sul palco): nave per l’America, leone per l’Africa, orso per l’Europa, drago per l’Asia e canguro per l’Oceania. Davanti a lui una porta si apre sulla Valle che sta per lasciare, come a volergli concedere una sesta porta da porter varcare. Sulla finestra una bambina, figlia o nipote del migrante, che lascia cadere un bigliettino (la fanciulla è ispirata alla nipote dell’artista).

13 - PARETE. Una parete morta, piatta, senza alcun elemento decorativo o architettonico, grazie alla maestria di Fabio Rieti prende vita e tridimensionalità dando l’impressione di essere in realtà due edifici. Giochi di ombre, prospettive ed elementi, come il gatto sul tetto o l’uccello sul balcone, danno una chiara dimostrazione dell’eccezionale bravura dell’Artista nell’arte dell’inganno all’occhio.

14- ERCOLE (1992). Realizzato insieme a quello DIUCCIO, del quale è parte dello sfondo, rappresenta una figura mista tra l’artista Fabio Rieti e il proprietario dell’edificio Organtino Ercole.