La Cisterna e il Santuario

La Cisterna e il Santuario

La cisterna e il santuario

 

La cisterna raccoglieva verosimilmente l’acqua piovana dal vicino edificio rettangolare, di cui è ignoto l’aspetto originario a causa delle radicali modifiche subite in seguito alle sua ultimaristrutturazione pastorale. Il pozzo di raccolta è scavato nella viva roccia rivestito da uno spesso strato di argilla impermeabilizzante e foderato da una accurata ed evoluta opera poligonale. La banchina che sporge dal perimetro murario in prossimità del fondo riducendo la circonferenza della cisterna, aveva probabilmente lo scopo di facilitare la raccolta e l’eliminazione periodica di eventuali depositi per purificare l’acqua. La cisterna in opera poligonale esisteva già quando fu costruito l’edificio alle sue spalle, realizzato in opera incerta, certamente identificabile come piccolo santuario. Esso si articola in tre vani preceduti da un ampio vestibolo verosimilmente porticato. L’ambiente centrale presenta una base in muratura (4) in asse con la porta, Il suo pavimento è in opus signinum rosso ( cioè un battuto di laterizio triturato) semplicemente impreziosito da un tappeto centrale, quadrato, di scagliette di calcare bianco; mentre le pareti erano dipinte.   

La decorazione e la presenza della base confermano la destinazione sacrale dell’edificio e permettono di datarlo alla tarda età repubblicana ( forse intorno all’inizio del I secolo a.C.).

Esso trova confronto con il “tempietto piccolo” a cella unica di Schiavi d’Abruzzo, che è anteriore alla Guerra Sociale (91-87 a.C.) Ne crollo del vano centrale è stata rinvenuta una statua in terracotta di raffinata qualità, purtroppo priva della testa, identificabile probabilmente con Diana, sia per i calzari e la veste che indossa, sia per il piccolo animale ( forse un leprotto) che tiene nella mano e e per il cane accovacciato ai suoi piedi. Sarebbe dunque Diana la divinità cui era dedicato il santuarietto  della Giostra. Il culto sembra essersi interrotto pochi anni dopo la costruzione del complesso mentre l’area conobbe una presenza sporadica stabile sino al II d.C. (M.P.)